E. Cultura

E. Cultura

E.1. L’Università come risorsa per il territorio

L’Università degli Studi di Trieste è costituita da 12 facoltà (Architettura, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Psicologia, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Scienze Politiche, Scienze della Formazione, Scuola Superiore di Lingue Moderne per Traduttori e Interpreti) frequentate da 18.000 studenti. Troppo spesso, tuttavia, le attività didattiche e di ricerca che vi si svolgono rimangono distaccate dai luoghi della vita reale cittadina. Le Facoltà sono importanti centri di produzione di culture e saperi, che possono avere ricadute concrete sul territorio qualora l’amministrazione fattivamente le riconosca come interlocutori rilevanti nella costruzione delle proprie politiche.

Si reputa quindi della massima importanza:

-l’attivazione di rapporti di collaborazione stabile improntati alla valutazione e alla valorizzazione da parte del Comune delle reali competenze di cui l’Università può essere portatrice;

-la messa a disposizione dell’Università e delle singole Facoltà (alcune delle quali ancora risultano sprovviste di sedi adeguate) di locali in città. Spazi in cui poter condividere con la cittadinanza le proprie attività, ad esempio organizzando mostre, laboratori didattici, occasioni di formazione allargata.

È evidente la necessità di favorire ogni forma di coordinamento possibile tra l’Università e le altre istituzioni scientifiche della città.

E.2. Ripristino del FEST

Tutti i capoluoghi di provincia del FVG ospitano almeno un grande evento culturale all’anno. A Trieste è stato tolto il suo il FEST, Festival della Scienza, senza praticamente che si muovesse foglia. L’ennesima prova del depauperamento in atto ai danni del capoluogo regionale. Com’è possibile? Il nuovo sindaco deve spendersi per il ripristino e rilancio del Festival, così come per la valorizzazione di tutte le iniziative legate alla Città della scienza, che abbiano valore di informazione, formazione e pubblicizzazione di quanto pertinente al lavoro dei ricercatori di questa città. La manifestazione aveva avuto nel 2008 50.000 visitatori e furono venduti 100.000,00 euro di testi scientifici. Attorno al ripristino di FEST occorre dar corpo a una nuova idea di città della scienza, dove la commistione tra “scienze pure”, ricerca applicata, cultura scientifica, immaginario scientifico, critica della scienza partecipino di una comunicazione sociale costante, diffusa e visibile in tanti posti della città.

E.3. Il Parco Culturale di San Giovanni

Il Parco dell’ex ospedale psichiatrico (un’area di 22 ettari, come Villa Manin e come il parco di Miramare) è stato frequentemente utilizzato per manifestazioni culturali di vario spessore. Il recente ripristino del teatrino e di varie sale polivalenti, la ritrovata fruibilità del parco, la presenza di strutture museali e di realtà scientifiche e culturali e la storia specifica e straordinaria del luogo, consentono di immaginare che un’ulteriore valorizzazione del sito consoliderebbe l’identità di parco culturale, che potrebbe attrarre turisti e visitatori, produttori di cultura, manifestazioni di vario livello e accedere a significativi finanziamenti governativi ed europei. Il Comune può operare di concerto con la Provincia che ha già avviato lo sviluppo del Parco Culturale.

E.4. Per i teatri

Sostegno del teatro pubblico (Verdi, Rossetti, Sloveno) apprezzando la sinergia tra la lirica e la prosa; con lo sviluppo della presenza regionale e nei confronti delle comunità italiane in Istria e a Fiume. Incoraggiamento al teatro privato, professionale e amatoriale, mantenendo anche “l’ospitalità” del Miela nell’edificio provinciale e messa a disposizione, soprattutto dei gruppi teatrali e musicali giovanili, del teatro dell’ex-ospedale psichiatrico di San Giovanni, incentivazione del teatro dialettale.

Promozione e coordinamento delle iniziative nel settore cinematografico, anche dando vita a un “servizio pubblico” (casa del Cinema).

E.5. I sette cimiteri come patrimonio culturale

Trieste è una delle poche città al mondo ad avere sette cimiteri per sette confessioni religiose (cattolica, ebraica, musulmana, greco orientale, ortodossa, anglicana, evangelica). Per scelta del governo austriaco questi cimiteri sorgono l’uno di fianco all’altro, collegati da Via della Pace. Integrare questa via della Pace in un piano più articolato di turismo nella città, con qualche gesto di intervento significativo di connessione tra le aree – magari con l’utilizzo anche della ciclabile o di qualche automezzo ‘verde’ –, permetterebbe di portare alla luce questo sapere storico-culturale.

E.6. Dare voce a diverse culture: concorso letterario

L’organizzazione annuale di un Concorso letterario rivolto a residenti stranieri e italiani offre l’opportunità di raccogliere e divulgare racconti su storie di vita che mettono al centro la relazione tra diversi mondi culturali. Si configura come un’occasione per dare voce a chi abitualmente non ce l’ha e per promuovere percorsi di coesione sociale improntati alla conoscenza reciproca di esperienze e tradizioni “altre”.

E.7. Favorire la conoscenza della lingua e della cultura slovena

Due sono le proposte che vorremmo facessero parte degli impegni del nuovo Sindaco. La prima: che lo sloveno sia una delle opzioni nella scelta della lingua straniera nelle scuole superiori. La seconda: che il Municipio, attraverso il suo impegno nella rete delle città europee e nei contatti con la Commissione Europea appoggiasse, anche con forme di borsa di studio specifiche, lo scambio tra studenti triestini e sloveni attraverso il programma Erasmus.

E.8. Un museo  della letteratura triestina

Va riconosciuto e rafforzato senz’altro il ruolo delle istituzioni scientifiche di eccellenza che operano a Trieste, ma non si deve dimenticare che la nostra è stata ed è, prima ancora, la città della letteratura e della poesia. Attualmente il patrimonio di esperienze e memorie derivante dall’ineguagliabile schiera di scrittori e poeti che a Trieste hanno trovato i natali o il proprio ambiente di elezione, non è valorizzato a sufficienza. Al riguardo un Museo della Letteratura triestina, che da un lato potenzi quelli già esistenti dedicati a Italo Svevo e James Joyce, e dall’altro si apra alla celebrazione delle altre innumerevoli figure che continuano a fare grande il nome della nostra città in Italia e nel mondo (da Slataper ai fratelli Stuparich, da Saba a Marin, da Giotti a Tomizza, fino ai nomi ancora in attività come Magris e Pahor, per citarne solo una parte), non solo aiuterebbe a mantenere viva e a tramandare l’inestimabile civiltà letteraria che Trieste ha prodotto, ma stimolerebbe sicuramente notevoli ricadute sul piano dell’afflusso turistico.

 
E.9. Festival annuale delle Letterature della Mitteleuropa

Innegabili sono le influenze che la cultura triestina ha ricevuto e riceve ancora oggi dall’area dell’Europa centrale e orientale. E in questo senso, Trieste potrebbe sfruttare la sua collocazione geografica per divenire la cassa di risonanza dei fermenti letterari in corso nei Paesi slavi e di lingua tedesca attraverso un Festival annuale delle Letterature della Mitteleuropa. Ciò potrebbe avvenire coinvolgendo le competenze e le professionalità della presente Scuola per Interpreti e Traduttori, in affiancamento a quanto già si incarica di attuare, nell’ambito della produzione cinematografica, il Trieste Film Festival giunto alla sua 22a edizione.

 
E.10. Trieste sede di un’esposizione permanente della storia del Novecento europeo

La storia di Trieste nel Novecento, e più in generale dei territori dell’alto Adriatico, ha attirato negli ultimi decenni un’attenzione crescente da parte della storiografia tanto in Italia quanto all’estero. E’ generalmente riconosciuto dagli studiosi del settore che la specificità della storia delle terre giuliane nel Novecento è quella di rappresentare una sorta di laboratorio concentrato di tendenze e fenomeni che hanno investito su più larga scala gran parte del continente europeo e che costituiscono la cifra stessa della contemporaneità. Le nazionalizzazioni delle masse, gli esperimenti totalitari di diversa natura, i vari utilizzi della violenza politica, le semplificazioni etniche, gli spostamenti forzati di popolazione: sono solo alcune delle caratteristiche che accomunano la nostra storia, proprio in quanto storia di frontiera, a quella di vaste parti dell’Europa centrale e orientale, e che anche qui hanno lasciato ferite profonde che solo oggi sembrano lentamente in via di rimarginarsi. Per queste ragioni Trieste potrebbe candidarsi a diventare la sede di un’Esposizione permanente della storia del Novecento europeo, in grado attraverso appositi percorsi tematici di condurre i visitatori alla comprensione di quei problemi essenziali del recente passato che ancora incidono nella nostra attualità in termini di convivenza e di integrazione.

Una risposta a E. Cultura

  1. carmen ha detto:

    a Carmen piace molto E.8, E.9 ed E.10

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